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Spesso ci lamentiamo delle tasse che versiamo al nostro Fisco, ma non sappiamo che non tutto il nostro gettito fiscale viene incamerato dallo Stato italiano: parte, infatti, viene versata all'Unione Europea.

Notevole, infatti, è l'entità dei contributi che l'Italia -come tutti gli altri Stati facenti parte dell'Unione- versa all'Europa durante l'anno. Essenzialmente le voci principali che vanno ad alimentare il bilancio europeo sono i contributi sull'IVA generata a livello nazionale e quelli relativi al Prodotto Interno Lordo di ciascuno Stato membro. In altri termini, lo Stato italiano versa annualmente all'Europa un'importo pari all'IVA generata dalla metà del proprio Prodotto Interno Lordo. Accanto a questa somma, già abbastanza consistente, viene versato un contributo percentuale sul Prodotto Interno Lordo generato da ciascuno Stato appartenente all'Unione nel corso di un anno solare. Il gettito che determina le entrate del bilancio europeo è completato dai diritti doganali percepiti sulle merci provenienti da Stati estranei all'Unione Europea. Spiegazioni dettagliate in merito ai predetti contributi sono rintracciabili, nell'ottica di trasparenza che contraddistingue l'Europa, sul sito internet http://ec.europa.eu/budget/explained/budg_system/financing/fin_en.cfm dell'Unione. Dove vadano a finire questi soldi è presto detto: servono in massima parte per finanziare progetti e finanziamenti che l'Unione eroga ai propri Stati membri. In parte, quindi, tornano in Italia per un'altra via: quella dei famosi finanziamenti UE, che permettono la realizzazione di svariati progetti. Il problema, però, è che all'Italia torna sotto forma di finanziamento molto meno di quanto viene versato complessivamente a titolo di contributo. A questo, poi, si aggiunge l'intenzione da parte della Commissione europea di istituire nuove forme di vera e propria tassazione europea http://www.europa451.it/2/post/2010/10/tasse-europee-per-tutti.html, come per esempio una vera e propria IVA comunitaria, oppure l'istituzione di una tassa europea sui trasporti aerei o ancora un'imposta sulle società o una tassa sulle transazioni finanziarie. Non è ancora chiaro su chi debbano ricadere questi oneri, se cioè sul contribuente o ancora una volta sullo Stato: certo è che in ogni caso, questo aumento della pressione fiscale a livello europeo si rivererà sui privati cittadini.

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